icona aggregazione e protagonismo giovanile icona servizi di quartiere e sviluppo di comunità

ll CERC di Marsh Farm a Luton

Incubatore di partecipazione e di imprese comunitarie autogestite in un’ex fabbrica di materiale elettrico

Lo spazio e la sua storia

Collocata alla periferia di Luton (una delle principali città industriali inglesi), la Coulter’s Electronic era una fabbrica di materiale elettrico attorno a cui negli anni 60 è stata concepita la realizzazione di un quartiere satellite, Marsh Farm. Con la crisi industriale il quartiere è diventato una zona degradata, priva di servizi e abitata da una popolazione in prevalenza povera e multietnica, giovane e disoccupata, nel frattempo la fabbrica (una struttura di 12.000 mq) dopo essere stata rilevata da una società americana ha progressivamente ridotto le sue attività.

All’inizio del 1998 la dismissione e le prime proposte di riutilizzo da parte delle associazioni e dei gruppi di abitanti attivi in quartiere: in particolare un gruppo di giovani locali che in quegli anni si era reso protagonista di esperienze di occupazione e riutilizzo a fini di aggregazione di altri edifici dimessi nella zona, propone la destinazione dell’edificio a servizio della comunità per ospitare “progetti di auto-inclusione autogestiti dagli abitanti”. Dopo alcuni anni di dibattito e di conflitti locali rispetto a questa ipotesi, nel 1999 le varie organizzazioni di quartiere (tra cui il gruppo di giovani) insieme alle principali istituzioni locali (la Municipalità di Luton, l’Università, la polizia locale,…) hanno formato una agenzia per lo sviluppo locale (Marsh Farm Community Development Trust, MFCDT) e si sono aggiudicati i finanziamenti legati ad un programma di rigenerazione urbana di rilevanza nazionale, usando i quali hanno acquistato la fabbrica e iniziato a trasformarla in un centro dedicato al coinvolgimento della popolazione e alla attivazione di imprese di quartiere (CERC, community enterprisees and resources center)

Funzioni sociali e attività

Il CERC di Marsh Farm rappresenta una delle esperienze pioniere di community hub realizzate negli ultimi anni in Inghilterra nell’ambito delle più innovative politiche rigenerazione urbana. L’idea è quella di coinvolgere direttamente abitanti e organizzazioni locali nell’utilizzo quotidiano dello spazio per perseguire la riorganizzazione del sistema dei servizi locali: si tratta sia di creare un luogo di riferimento per sviluppare forme di democrazia partecipata alle quali affidare le decisioni rispetto servizi da importare dall’esterno, sia di usare gli spazi per attivare imprese di servizio autogestite che valorizzino le competenze degli abitanti disoccupati integrandole con specifici percorsi formativi. In questo modo si lavora contemporaneamente a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e a garantire occasioni di emancipazione dei residenti dalla dipendenza dai sussidi di disoccupazione.

Il lavoro di progettazione delle funzioni da insediare all’interno del CERC ruota attorno ai cinque temi principali definiti dal programma di rigenerazione (occupazione, educazione, criminalità, salute, housing e ambiente) e ad altri due temi, aggiunti in relazione alle specificità di Marsh Farm (servizi di quartiere e minoranze etniche). Si tratta di un lavoro continuativo che impegna personale stipendiato e abitanti, sia a titolo volontario che come membri nominati nell’ambito delle strutture di rappresentanza. Ad oggi, mentre l’attuazione del programma di rigenerazione è ancora in corso, il CERC di Marsh Farm ospita già diverse attività, alcune trasferite al suo interno dall’esterno (un asilo, un centro informatico, una biblioteca, un centro per l’impiego, alcuni sportelli e servizi sociali, sedi di associazioni etniche e comunitarie,…), altre saltuarie e provvisorie (un mercato coperto, danza, teatro, musica,…), altre realizzate attraverso l’inserimento lavorativo di abitanti disoccupati (studio musicale, caffè-ristorante, officina,…). Sono poi disponibili alcuni spazi di affitto, da una parte quelli attrezzati per assemblee, riunioni e workshop, dall’altra quelli ancora grezzi da destinare ad altre attività di interesse per la comunità.

Contenuti creativi e forme organizzative

Attorno alla progettazione dell’hub, MFCDT ha provato a declinare in modo originale le principali indicazioni strategiche proposte dal programma di rigenerazione urbana rispetto al modo di riorganizzare il sistema dei servizi locali. La prospettiva community-based (che invita ad assumere il punto di vista degli abitanti) e l’approccio capacity building (che spinge a valorizzare e integrare le risorse già disponibili) si sono infatti coniugate all’interno di una visione della partecipazione diversa da quella tradizionale (consensus building), e intesa invece come veicolo per riconoscere, promuovere e rafforzare le condizioni per lo sviluppo di potenzialità locali. A tal fine è risultata strategica e determinante la disponibilità di uno spazio al quale ricondurre l’immaginario della comunità locale, sul quale fare alcune sperimentazioni e all’interno del quale dare riscontri visibili e immediati della partecipazione.

In particolare, per lavorare fin da subito in questa direzione l’agenzia di sviluppo (MFCDT) si è dedicata a sviluppare due strutture organizzative deputate a generare progetti di nuovi servizi per il quartiere:

-da una parte un consiglio di quartiere composto di abitanti ed eletto dagli abitanti, che a sua volta ha nominato un consiglio di amministrazione di quartiere e 8 community managers (uno per ciascuna delle aree tematiche ritenute cruciali): attorno alle varie proposte formulate da questi ultimi è stato organizzato un sistematico lavoro di consultazione e confronto tra i residenti che ha condotto a mettere a punto alcune proposte progettuali condivise di nuovi servizi da insediare presso l’hub.

-dall’altra una prima impresa pilota composta dagli attivisti locali più dinamici e guidata da alcuni dei giovani esperti di autorganizzazione, con il compito di lavorare a creare le condizioni per la nascita di nuove imprese comunitarie preso l’hub: coinvolgimento degli abitanti disoccupati, bilancio delle competenze disponibili, identificazione dei possibili temi d’impresa e organizzazione di percorsi progettuali e formativi ad hoc.

Fonti

www.mfcdt.org/local_services/cerc.php

Cottino P., “Rigenerazione urbana e costruzione di capacità: il caso di Luton”, in Lanzani A., Moroni S. (a cura di), Città e azione pubblica. Riformismo al plurale. Atti della X° conferenza della Società Italiana degli Urbanisti, Carocci, Roma, 2007