Lo spazio e la sua storia
L’ex fabbrica di cioccolato della Barratts Confectionery di Clarendon Road, si colloca nel
quartiere di Haringey/Wood Green, in una zona
degradata a nord di Londra ed è stata dismessa negli anni ’90. La struttura,
che vanta una superficie totale di 10.000
mq, è stata rilevata dalla Workspace
Group plc, una delle più grandi immobiliari della capitale britannica, che
si contraddistingue sul mercato per una offerta competitiva sul piano dei
costi, della qualità e della flessibilità delle soluzioni commerciali.
Il riutilizzo si inserisce nell’ambito degli investimenti sostenuti
dalla London Development Agency (LDA) per la trasformazione della zona di Harringey/Wood
Green in distretto culturale. Senza costi di ristrutturazione, 5.000 mq dell’intero complesso sono
stati concessi ad una agenzia no profit locale
che lavora per la promozione dell’arte e dell’industria, l’Haringey Arts
Council (oggi Collage Arts). Creata nel 1985 dall’Assessorato per l’Arte del
distretto di Haringey, l’HAC dal 1996 ha ricavato 75 atelier a disposizione di
oltre 150 artisti. Sulla scia del successo di questa operazione (denominata
Chocolate Factory 1), anche i rimanenti 5.000 mq sono stati destinati al
sostegno della microindustria creativa, con una particolare focalizzazione
sulle nuove tecnologie digitali applicate a design, suono, film, video,
animazione, televisione, radio, musica e fotografia (Chocolate Factory 2).
Funzioni sociali e attività
La Chocolate Factory oggi è uno dei più noti
e rilevanti esperimenti di realizzazione di un hub creativo del nord Europa. Offre spazi per studi e atelier di
diverse dimensioni (da 20 mq a 150 mq cad) e a prezzi contenuti (circa 200 euro/mq all’anno incluse spese e utenze ed escluse le
tasse) per artisti, artigiani e creativi emergenti che contribuiscono all’affermazione e allo sviluppo del
distretto culturale locale. Grazie alla Chocolate Factory oggi è possibile per molti giovani talenti londinesi (da
quelli diplomati presso le migliori scuole agli autodidatti) di disporre delle condizioni minime per
sperimentarsi in un percorso di crescita professionale in un contesto stimolante
e rinomato, contribuendo (direttamente o
indirettamente) alla riqualificazione del quartiere di Haringey/Wood Green,
un tempo molto malfamato e degradato.
In particolare ad oggi all’interno della struttura gli spazi dedicati agli studi artistici sono 75
e sono divisi in studi per la creazione delle sculture, dei mosaici, dei gioielli,
degli abiti e dei tessuti, studi fotografici, stamperia litografica,…. Nel frattempo sta crescendo l’altra parte
destinata alle nuove discipline artistiche con una particolare
focalizzazione sulle nuove tecnologie digitali applicate a design, suono, film,
video, animazione, televisione, radio, musica e fotografia. Ci sono poi spazi destinati ad attività collettive e
spazi aperti all’esterno: aule per le lezioni e per i seminari, 2
ristoranti, uno spazio wi-fi lounge, un bar e un locale (Karamel club) che
offre un programmazione regolare. All’interno della Chocolate Factory si
svolgono anche attività sociali e
artistiche legate al teatro contemporaneo, al cinema e alla letteratura, si
svolgono festivals di vario genere e
workshops per la formazione e l’inserimento professionale (business
support). Talvolta gli spazi collettivi vengono richiesti e utilizzati da altre
strutture come il Middlesex University Fine Arts Department, la Mountview
Theatre School e lo Scanlan Studios che si occupa di animazione. Una volta all’anno l’evento “Open Studios”
offre l’occasione alla cittadinanza di due giornate di totale apertura della
Chocolate Factory, per entrare in contatto con gli artisti, acquistare i
prodotti, visitare gli atelier e osservare il lavoro artigianale, e
indirettamente di contribuire a rivitalizzare questo pezzo di città.
Contenuti creativi e forme organizzative
Alla Chocolate Factory corrisponde una visione della creatività intesa (ed espressa) in diversi modi, in
particolare la spinta più recente all’innovazione è venuta dalla centratura sulle
nuove tecnologie che ha spinto gli artisti verso sperimentazioni oltre le
classificazioni tradizionali. I fattori
chiave del successo del modello Chocolate Factory hanno a che vedere con la
possibilità di mantenere molto bassi i costi di affitto degli spazi associata
a:
-l’utilizzo di spazi
grezzi, che per essere degli atelier o dei laboratori non necessitano di
interventi di ristrutturazione particolarmente onerosi
-la condivisione
degli spazi, ossia l’utilizzo del medesimo atelier da parte di artisti
diversi che abbatte i costi e favorisce lo sviluppo di relazioni e di sinergie
tra gli artisti
-il legame
con il quartiere che rappresenta un elemento cruciale nella misura in cui da
una parte per poter prendere gli spazi in affitto gli artisti devono dimostrare
di essere in qualche modo coinvolti da operazioni creative sul territorio di
Haringey, dall’altra il funzionamento della struttura è associato alla sua
riconoscibilità sul territorio che ne garantisce la fruizione da parte di
esterni (ristorante, club, open studios, corsi di formazione,…)
Il Collage Arts (ex Harengey Arts Council) ha il ruolo di gestione e di
coordinamento della struttura e funziona da agenzia di intermediazione per lo sviluppo e la messa in rete delle
comunità creative nel territorio di Harringey. Lavora all’interno della
comunità locale tentando di riconoscere
e valorizzare i talenti (prestando particolare
attenzione alle componenti sotto-rappresentate della comunità, quali ad
esempio le minoranze etniche e nere, i richiedenti asilo e rifugiati, le donne,
i disabili ed ex detenuti) e offrendo loro occasioni di formazione e
acquisizione di competenze specifiche mirate alla educazione, all’impiego e
all’imprenditorialità. Il Collage Arts si sostiene sia con finanziamenti pubblici che attraverso forme di autofinanziamento associate ad esempio al ristorante, al
club e ai progetti territoriali.
Fonti
www.chocolatefactoryartists.co.uk
www.collage-arts.org/