Il progetto
Descrizione sintetica
Complesso di magazzini d'inizio '900 parzialmente
trasformati in sede di attività "creative" (studi di architettura e
design, sale prova, etc.) e di locali notturni.
Contesto
Barriera di Milano
Al pari di San Paolo è uno dei quartieri operai storici della città, sorto a partire dalla fine dell'800. È ricco di complessi di edilizia pubblica, dai primi degli anni '20 a quelli più recenti della fine del decennio scorso (sorti questi ultimi su terreni precedentemente industriali). La presenza di numerosi vuoti urbani, soprattutto ai margini del cuore storico del quartiere, ha fatto di Barriera di Milano uno dei luoghi di maggiori trasformazioni urbanistiche negli ultimi 15 anni (in particolar modo la zona della cosiddetta Spina 4). È anche uno dei luoghi di maggior concentrazione di migranti.
Spazio
I Docks
Dora sorgono nel 1912 nell’area compresa tra la cinta daziaria del 1853 e
quella del 1912, come magazzini e deposito della merce soggetta a dazio che
entrava in città. I Docks sono un insieme di grandi fabbricati con ossatura
completa in cemento armato che permette di avere grandi luci, elevate portate,
flessibilità funzionale e grande illuminazione naturale. La loro posizione nei
pressi della linea ferroviaria Torino-Milano, e la presenza di binari di
collegamento con questa, permetteva di far accostare i vagoni ai magazzini per
facilitare le operazioni di carico e scarico.
L'uso dei Docks come magazzini alimentari, che caratterizzò
in maniera prevalente il complesso, terminò negli anni '60.
Contenuti sociali e creativi
I Docks Dora si sono caratterizzati a partire dalla seconda
metà degli anni '90 come uno dei centri principali della creatività della
Torino post-industriale, catalizzando un gran numero di imprese, soprattutto
condotte da giovani. Tale concentrazione, sorta spontaneamente, ha generato
effetti positivi sia a livello locale/di quartiere, rendendo nuovamente
fruibile e vitale una zona segnata dall'abbandono delle attività produttive e
dal degrado edilizio, sia a livello più ampio, contribuendo a ribaltare
l'immagine statica della città che cercava faticosamente di uscire dalla crisi
determinata dalla deindustrializzazione.
Il processo
Attori
Un insieme di attori
economici privati.
Sviluppo, gestione e sostenibilità economica
I Docks Dora sono posti nel cuore di una delle principali
aree di grande trasformazione della città previste dal Piano Regolatore del
1995, la cosiddetta Spina
4. L'intera area, già occupata da numerose industrie di grande dimensione,
viene ridisegnata attraverso la realizzazione di edifici residenziali, di un
parco, e interventi sull'asse ferroviario; in questo contesto i Docks rimangono
una delle poche testimonianze storiche del passato produttivo dell'area. Alla
metà degli anni '90 una parte consistente degli spazi all'interno della
struttura risultavano abbandonati dalle attività tradizionali; a causa dei
costi di locazione contenuti, dell'estrema flessibilità degli spazi e del
relativo isolamento del complesso iniziarono a insediarsi attività di nuovo
tipo: studi di architettura e design, piccoli atelier di moda, studi di
registrazione e di produzione musicale, e soprattutto una serie di locali
notturni. Nel giro di pochi anni i Docks tornarono ad animarsi, ad essere allo
stesso tempo un distretto creativo e un luogo di socializzazione alla moda,
sede di spettacoli, concerti ed eventi di vario tipo.
Domande e criticità
I Docks Dora sono un caso di non-politica, nel senso che il
processo di aggregazione di attività "creative" e di creazione di
spazi di socialità è avvenuto in maniera spontanea, senza che fosse l'esito
voluto di politiche di rigenerazione urbana. I Docks non sono il frutto di una
strategia complessiva, ma della somma di tante azioni di piccoli gruppi, di
imprese culturali, di soggetti economici.
Il processo di concentrazione di attività creative nei Docks
ha in qualche misura anticipato il processo di radicale trasformazione urbana
previsto dal PRG, dato che è avvenuto prima ancora che i vecchi edifici
industriali fossero abbattuti (anzi, alcuni di essi furono utilizzati per
l'organizzazione di rave parties da
parte di gruppi giovanili in qualche modo legati a ciò che stava succedendo ai
Docks). Alla lunga questa discrasia fra i tempi di insediamento di nuove
attività e i lavori (pubblici e privati) di trasformazione complessiva
dell'area - lavori che ancora oggi, a più di dieci anni di distanza, sono ben
lungi dall'essere terminati - ha finito per inficiare almeno in parte il
processo di riqualificazione avviato grazie ai Docks. L'area è oggi un ibrido:
non più luogo della produzione e non ancora parte della città, separata com'è
dall'esterno da spazi vuoti e non definiti, o da cantieri dai tempi
indeterminati (ad esempio quelli per la bonifica di alcuni terreni fortemente
inquinati).
Domande e criticità - temi chiave
condizioni per lo start up
tempi del processo