Il progetto
Descrizione sintetica
Centro sociale occupato e autogestito attivo fin dal 1987.
Contesto
Mirafiori
Il quartiere è nato e si è sviluppato attorno allo stabilimento-simbolo della Fiat (costruito negli anni '30). Si è storicamente caratterizzato come un grande quartiere operaio, costellato di aree di edilizia pubblica realizzate prevalentemente fra gli anni '30 e gli anni '70. Il quartiere è stato oggetto di programmi complessi di riqualificazione (dal primo Contratto di Quartiere di via Arquata al PRU di via Artom per finire con Urban II).
Spazio
La struttura è un ex asilo d'inizio '900, su due piani fuori
terra, trasformato dagli occupanti in un centro sociale con spazi per concerti,
proiezioni, cucina, centro di documentazione, bar. Il piano superiore è ad uso
abitativo.
Contenuti sociali e creativi
El Paso ha rappresentato per alcuni
anni il principale punto di riferimento nel panorama degli spazi occupati e
autogestiti di Torino. Gli occupanti definiscono la struttura "né centro
né sociale", a sottolineare il fatto che rifiutano di limitare le proprie
pratiche di autogestione e auto-organizzazione nei limiti dettati dall'"erogazione"
di una qualche forma di servizio pubblico. L'organizzazione di una serie
innumerevole di eventi (concerti, proiezioni, teatro, cene, assemblee, etc.) è
in primo luogo il frutto delle esigenze espressive e politiche degli occupanti
stessi, secondo una logica che ha al proprio centro la produzione, la fruizione
e la distribuzione della cultura al di fuori dei meccanismi del mercato.
Il processo
Attori
Assemblea di gestione
Sviluppo, gestione e sostenibilità economica
La storia di El Paso inizia dai primi collettivi
punk della città, nati all'inizio degli anni '80. Dopo una lunga serie di
occupazioni di edifici pubblici abbandonati, tutte concluse con sgomberi, nel
1987 si arriva alla situazione attuale. Dopo un primo sgombero la struttura
viene rioccupata, fino a che non si arriva a un accordo temporaneo con il
Comune che concede lo stabile a titolo gratuito. La concessione non venne mai
rinnovata, e di fatto a tutt'oggi El Paso è in una situazione di illegalità;
tutto ciò non ha mai costituito un problema per gli occupanti, che anzi
rivendicano il rifiuto politico di stabilire canali di collaborazione con le
istituzioni.
La struttura ha da subito avuto una doppia funzione: spazio
abitativo per un piccolo nucleo di occupanti (che ovviamente sono spesso
cambiati nei più di vent'anni di storia del Paso) e luogo di incontro,
sperimentazione, attività politica e culturale per una cerchia più ampia di
militanti, simpatizzanti o semplici fruitori. Nel panorama piuttosto povero di luoghi
per la libera espressione che caratterizzava la Torino a cavallo fra anni '80 e
'90 El Paso ha rappresentato un punto di riferimento per una cerchia molto
ampia di persone, oltre che uno dei principali spazi per la produzione e la
fruizione di cultura al di fuori dai circuiti mainstream.
Un punto caratterizzante la struttura è l'autogestione; ciò
significa che la sua gestione economica fa affidamento esclusivo sulle attività
organizzate al suo interno, che in ogni caso hanno sempre costi il più contenuti
possibile (e spesso anche a chi suona o partecipa a varie iniziative viene
erogato solo un rimborso spese). El Paso non ha mai cercato né tantomeno
ottenuto finanziamenti esterni, e allo stesso tempo si è costituito fin
dall'inizio sul principio dell'autofinanziamento.
Domande e criticità
El Paso è prima di tutto il frutto di
un conflitto fra un gruppo di soggetti che si pone volontariamente al di fuori
dei rapporti con le istituzioni e le istituzioni stesse. Si tratta nei fatti
uno spazio pubblico, nel senso che attraverso esso vengono prodotti beni
pubblici - sul piano politico, sociale e culturale - ma ciò avviene attraverso
un meccanismo esterno a quelli consolidati/istituzionalizzati (gestiti,
indirizzati o supportati dalle istituzioni pubbliche).
In questo senso il caso mostra la possibilità di intervenire
sulla scena pubblica in maniera differente, ovvero:
- attraverso processi di autorappresentazione e di
autosoddisfazione dei propri bisogni, senza la necessità di ricorrere alla
mediazione e all'intervento dei soggetti che dovrebbero avere questa come
propria missione (gli enti pubblici per l'appunto);
- attraverso processi che si pongono volontariamente ai margini dei
meccanismi di mercato, che hanno cioè con esso un rapporto totalmente
strumentale e finalizzato esclusivamente alla rigenerazione continua delle
economie necessarie a mantenere inalterata la capacità di soddisfare i propri
bisogni.
Da questo punto di vista l'illegalità della struttura
diventa una scelta volontaria (e politica) di porsi al di fuori di frame istituzionali che sono ritenuti
inadeguati ed estranei a percorsi di autonomia e di capacitazione individuali.
Domande e criticità - temi chiave
metodologie e strumenti operativi
forme dell'interazione nella sfera pubblica
Categorie
aggregazione e protagonismo giovanile
produzione artistica e culturale
eventi, esposizioni e intrattenimento
Links
El Paso