Descrizione sintetica
Ex fabbrica di materiale elettrico riconvertita in centro di
promozione culturale per opera di tre agenzie impegnate da anni a Torino nel
campo del disagio psichico
Contesto
San Paolo
Borgo operaio sviluppatosi all'inizio del '900 e ora in fase di trasformazione in area residenziale (nuovi insediamenti ai bordi del nucleo storico del quartiere), ma anche sede di attrattori culturali (fondazione Merz, fondazione Sandretto Re Rebaudengo) e con un tessuto commerciale piuttosto ricco. Negli ultimi anni il quartiere è diventato uno dei luoghi di maggior presenza di comunità straniere, in particolare rumene e peruviane.
Spazio
Palazzina di tre piani di 500 mq, un tempo occupata da una
impresa di produzione di materiale elettrico, e localizzata al cuore dello
stesso quartiere nel quale hanno storicamente sede le cooperative sociali Progetto Muret e Luci nella città e l’associazione Arcobaleno, è stata
acquistata da queste ultime nel 2004 con un muto etico. La ristrutturazione è
stata concepita nell’ambito di un processo di progettazione articolato e
multidimensionale, nel corso del quale cioè gli aspetti architettonici sono
stati relazionati e integrati con quelli di contenuto. La progettazione fisica
ha intrecciato la progettazione funzionale, la progettazione strategica e la
progettazione organizzativa nell’ambito di un percorso di riflessione
collettiva che ha coinvolto i membri delle cooperative, assistiti e
accompagnati da tecnici ed esperti. Lo spazio stesso e le prime iniziative di
fruizione provvisoria e sperimentale sono servite come occasioni di messa alla
prova, come veri ingredienti del processo progettuale, sia perché è stato
possibile verificare limiti e potenzialità della struttura e quindi vincoli e
opportunità per la ristrutturazione, sia perché a partire dalla prima
esperienza dello spazio sono emerse idee, sollecitazioni e stimoli che hanno
influenzato l’evoluzione della progettazione (rispetto alle funzioni da
insediare, alle superfici necessarie, alla forma degli spazi,...).
Contenuti sociali e creativi
A partire dall’esperienza maturata negli anni dal sistema
composto dalle due cooperative e dall’associazione nello sviluppo di un
approccio sociale alla malattia mentale (cura attraverso la costruzione e
l’accompagnamento di relazioni tra le persone ), si è puntato alla attivazione
di un luogo (Spazzi) all’interno del quale fosse possibile valorizzare la
follia (concetto diverso da quello di malattia mentale e trasversale a sani e
disabili) declinandola attraverso diverse attività. Molte di queste attività
servono, oltre a rispondere direttamente ad alcune esigenze dei disabili
psichici, anche a coinvolgere questi ultimi in modo attivo nella produzione di
servizi rivolti al quartiere e alla città e al contempo garantiscono occasioni
di scambio, incontro e contaminazione tra “diversi” nella prospettiva di
ridurre la barriera del pregiudizio e dell’esclusione. Ai tradizionali campi di
lavoro delle cooperative (costruiti a ridosso delle specifiche esigenze
dell’utenza e in un contesto a parte) se ne affianca uno nuovo (costruito a
ridosso delle esigenze del territorio di influenza – il quartiere e la
città – nella prospettiva di valorizzare le capacità di tutti e di
estendere i diritti di cittadinanza). Per il momento un bar-caffetteria, un
ristorante, un ostello, un negozio, una lavanderia, un centro di
documentazione, una programmazione serale di eventi e iniziative rivolte alla
città, rappresentano le funzioni attive all’interno di uno spazio che catalizza
comunque di continuo progettualità interne ed esterne alla rete dei soggetti
promotori e che punta ad intercettare processi in atto e percorsi vari.
Il processo
Attori
Nate a ridosso dell’introduzione della Legge Basaglia per la
chiusura dei manicomi, le due cooperative sociali Progetto Muret e Luci nella
città e l’associazione Arcobaleno hanno lavorato negli anni in modo integrato,
combinando rispettivamente servizi alla persona, opportunità di reinserimento e
proposte culturali indirizzate a garantire e migliorare la condizione di vita
dei disabili psichici nella società. All’inizio del 2000, in un contesto mutato
che vedeva da una parte un mercato pubblico su questi versanti caratterizzato
da risorse sempre più scarse e da una competizione sempre maggiore, e
dall’altra un utenza sempre più bisognosa di assistenza nei luoghi e nei tempi
della vita quotidiana più che all’interno di strutture specializzate, gli
attori menzionati hanno ritenuto indispensabile volgersi a sviluppare un
progetto da impresa sociale autonoma. Individuato lo spazio fisico, per
sviluppare il progetto, sin dall’inizio, hanno deciso di avvalersi della
consulenza di IRS (Istituto per la Ricerca Sociale) di Milano, che ha curato la
messa a fuoco dei diversi steps del processo e la loro gestione. Nel corso del
tempo per affrontare singoli nodi e per sviluppare singoli aspetti del progetto
sono stati contattati partner ad hoc (Comune di Torino, Banca Etica, Fondazione
CRT, Fondazione Vodafone, Slow Food, ...).
Sviluppo, gestione e sostenibilità economica
Per le due cooperative e per l’associazione la riflessione
progettuale attorno a Spazzi funziona da dispositivo non solo di innovazione
sociale (affrontare le difficoltà dei disabili psichici in contesti diversi
dalle strutture specializzate, valorizzare tutte le risorse e le capacità,
promuovere occasioni di incontro e di contaminazione,...) ma anche di
innovazione organizzativa (emancipazione dalla committenza pubblica,
riconversione delle competenze, costruzione delle condizioni di autonomia operativa,
ricerca di mezzi di auto- sostenibilità economica,....). Attorno a Spazzi da
più di due anni (l’apertura è stata a dicembre 2005) le cooperative stanno
lavorando ad ipotizzare prospettive di consolidamento futuro e a sperimentare
nuovi possibili assetti organizzativi: i problemi legati alla condivisione
delle responsabilità di gestione dello spazio e della sua resa economica
(necessaria per sostenere le spese) hanno per primi iniziato a complicare le
relazioni tra i soggetti promotori ma anche ad alimentare il dibattito, il
confronto e quindi l’evoluzione del progetto. Ad oggi la responsabilità
economica dei diversi piani è ripartita tra le diverse cooperative, mentre la
responsabilità del progetto è ripartita nei suoi aspetti commerciali (ad una
cooperativa) e culturali (all’altra cooperativa). I partenariati sono limitati
alle singole progettualità che vengono attivate a ridosso di specifiche
opportunità di finanziamento, mentre la frequentazione del posto da parte di
esterni (massima nell’orario di pranzo attorno al servizio mensa) è ancora
molto inferiore alle potenzialità (soprattutto per quanto riguarda le serate
culturali).
Domande e criticità
Nell’economia delle cooperative per il momento Spazzi
rappresenta ancora un campo di azione parziale e non esclusivo e nella loro
percezione ancora un investimento sul futuro: questo se da una parte è sinonimo
di una maturità non ancora raggiunta dal progetto (l’autosostenibilità
economica è ancora lontana), dall’altra è garanzia per le cooperative della
possibilità di continuare a cimentarsi nelle sperimentazioni rispetto a
possibili nuovi possibili assetti organizzativi. In particolare l’investimento
progettuale in questo momento deve riguardare:
-
l’integrazione tra
dimensione commerciale e dimensione culturale all’interno di Spazzi e con
riferimento a ciascuna delle iniziative promosse presso Spazzi: si tratta di un
nodo che ha delle implicazioni forti, sia sul piano logistico (dove e quando
negli spazi), sia sul piano dei contenuti (cosa e perché), sia sul piano
economico (quanto e come)
-
l’interazione tra gli
attori: la regolazione dei diritti e doveri dei fruitori di Spazzi e dei
rapporti interni tra i suoi gestori, criteri e meccanismi per l’allargamento o
la modificazione del parternariato promotore, strategie di costruzione di nuove
alleanze che preservino dai rischi di istituzionalizzazione o di
snaturamento...
-
il rapporto con il
territorio: il progressivo avvicinamento del quartiere e dei suoi abitanti
in termini di rilevazione di bisogni e di organizzazione di possibili risposte,
l’individuazione di potenziali inespressi e l’invenzione di possibili nuovi
campi d’azione che abbiano un mercato di riferimento, la costruzione di una
rete d’appoggio e l’affermazione dell’immagine esterna di Spazzi, la ricerca di
un possibile ruolo stabile di Spazzi tra funzioni di scala urbana e funzioni di
scala locale.
Domande e criticità - temi chiave
sostenibilità economica
forme del consolidamento
relazione con il quartiere
Links
Spazzi
Progetto Muret
Luci nella città
Associazione
Arcobaleno
Fonti
Paolo Cottino, Capacitazioni nella città. Verso nuove
competenze per la sfera pubblica, Jaca Book, Milano, 2009