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Belleville

Il progetto

Descrizione sintetica

Edificio ex-industriale assegnato dal Comune a tre associazioni giovanili per attività sociali.

Contesto

San Paolo
Borgo operaio sviluppatosi all'inizio del '900 e ora in fase di trasformazione in area residenziale (nuovi insediamenti ai bordi del nucleo storico del quartiere), ma anche sede di attrattori culturali (fondazione Merz, fondazione Sandretto Re Rebaudengo) e con un tessuto commerciale piuttosto ricco. Negli ultimi anni il quartiere è diventato uno dei luoghi di maggior presenza di comunità straniere, in particolare rumene e peruviane.

Spazio

L'edificio dove dovrebbe sorgere Belleville è parte di un'area già di proprietà della Lancia, che il PRGC approvato a metà degli anni ‘90 definisce come zona urbana di trasformazione: una parte del lotto è stata ceduta a privati che vi hanno costruito edifici residenziali, mentre la parte restante è stata dismessa al Comune e è destinata alla realizzazione di «aree per spazi pubblici a parco, per il gioco e lo sport; aree per l'istruzione superiore; aree per parcheggi» (definizione tratta dalle norme d'attuazione del PRGC). Il primo nucleo dell'edificio fu costruito nel 1942, e dopo una serie di ampliamenti negli anni ‘50 e ‘60 diventa sede delle scuole Lancia, ossia il luogo nel quale gli operai neo-assunti venivano addestrati al loro lavoro. Con gli anni ‘90 la struttura smette di funzionare, e viene ceduta al Comune perché ne faccia un'area per servizi. Le condizioni dell'edificio, al momento dell'assegnazione da parte del Comune alle tre associazioni, erano di degrado piuttosto elevato, anche perché fungeva da rifugio per gruppi di immigrati clandestini.

Contenuti sociali e creativi

La struttura sarà divisa in tre parti comunicanti fra loro ma differenti e distinte spazialmente, tre lotti funzionali ciascuno destinato ad una specifica attività. Nella parte nord troveranno posto: un ostello, che può ospitare sino a 22 persone, annessi servizi; un bar con relativa sala per l'esposizione e la vendita; una sala conferenze da 194 posti con annessi locali per corsi didattici o riunioni; gli uffici per l'amministrazione.

Nella parte centrale sono posizionati: i locali per i servizi agli studenti (sale studio, laboratori, spazi espositivi e di ritrovo, sportelli divulgativi ed informativi); un ampio spazio pubblico centrale, una sorta di hall con la funzione di perno di collegamento e funzionamento per tutte le attività del centro.

Nella parte sud trovano posto: la sala concerti, con una capienza massima di 1250 persone e divisibile in due sale più piccole; un bar a servizio delle sale; le sale prova musicali e di registrazione, i laboratori per la stampa e le scenografie, ed i locali di segreteria annessi.

Nell'edificio a fronte circolare adiacente via Caraglio sono situati gli uffici amministrativi e uno spazio informativo sulle attività del Centro.

Lo spazio libero sul retro del fabbricato verrà destinata a giardino, a parte una piccola parte destinata a parcheggio e al carico e scarico delle merci. Lo spazio verde è messo in diretta relazione con lo spazio interno attraverso il vano centrale a tutta altezza che sfocia direttamente sul giardino.

Il processo

Attori

Comune di Torino, settore Politiche Giovanili, Regione Piemonte, assessorato alla cultura, Provincia di Torino, assessorato all'ambiente, associazione Terra del Fuoco, associazione Acmos, associazione Mai più da soli, Fondazione CRT, Fondazione San Paolo, Fondazione Fitzcarraldo.

Sviluppo, gestione e sostenibilità economica

Il progetto prende corpo a partire dal 1999, quando in risposta a un bando pubblico per l'assegnazione di spazi del Comune da destinare a usi sociali le tre associazioni vengono spinte a costruire un progetto comune. Nel 2001 viene approvata la deliberazione di assegnazione, e da quel momento parte la ricerca di fondi per la ristrutturazione dell'immobile da parte delle associazioni. Nel 2004 la struttura economica viene definita, grazie al coinvolgimento (anche finanziario) della Regione, della Provincia (che subordina il proprio finanziamento all'adozione nel restauro dell'edificio di tecnologie per il risparmio energetico) e delle fondazioni delle due principali banche torinesi (CRT e San Paolo). Viene definito inoltre un progetto gestionale (grazie anche alla consulenza della Fondazione Fitzcarraldo) e un progetto architettonico esecutivo, elaborato da progettisti scelti dalle associazioni stesse. Nell'attesa della definizione delle gare d'appalto per i tre lotti funzionali, nelle estati del 2004 e del 2005 vengono organizzati festival estivi di un certo successo all'interno del cortile, con il contributo anche della Circoscrizione.

Nel gennaio del 2006 però un incendio dalle cause non del tutto chiarite compromette seriamente "il nascente centro per il protagonismo giovanile Belleville: oltre ai danni all’edificio, sono andati in fumo materiali acquistati dalle associazioni in questi anni per un valore di decine di migliaia di euro". A quel punto il progetto entra di fatto in una situazione di stand-by, nel senso che da un lato i cambiamenti del quadro politico (in particolare per la giunta regionale) e dall'altro la necessità per le associazioni di trovare opportunità di lavoro in tempi più brevi fanno sì che tutti i principali attori coinvolti elaborino strategie diverse, lasciando il progetto Belleville in secondo piano.

Domande e criticità

  • Alcuni elementi chiave definiscono il caso sul piano della processualità:
  • - la possibilità che è stata lasciata al progetto di maturare con i tempi che gli sono stati necessari, senza forzature dettate dalla necessità di raggiungere uno scopo prefissato. Il tempo è stato armonizzato con le esigenze del processo;
  • d'altro canto i tempi lunghi del processo hanno giocato (stanno giocando) a sfavore del progetto, soprattutto in considerazione della delicata e fragile struttura finanziaria messa in piedi: perché questa potesse resistere e portare alla realizzazione dei lavori sarebbe stato necessario un supporto continuativo (e in qualche misura entusiastico) dei principali attori. Nel momento in cui l'incendio ha interrotto il processo la fragilità di Belleville è venuta alla luce, e la vicenda sembra aver perso le proprie chanches di arrivare alla fine;
  • -la capacità degli attori istituzionali di farsi accompagnatori dell'intero processo, da un lato verificando l'affidabilità dei propri interlocutori, forzandoli sempre più verso l'assunzione di comportamenti strategici e di responsabilità, e dall'altro cercando di fornire loro gli strumenti necessari per affrontare quella sfida (ad esempio finanziando la consulenza della società Fitzcarraldo per la stesura del business plan).

Domande e criticità - temi chiave

tempi del processo

modalità di sinergia tra interessi

modello gestionale

formazione

Links

Associazione Acmos