Il progetto
Descrizione sintetica
Fondazione costituita dopo le Olimpiadi per curare la
gestione di una serie di edifici e di impianti costruiti per quella occasione e
sottoutilizzati o privi di destinazioni d'uso definitive.
Contesto
Mirafiori
Il quartiere è nato e si è sviluppato attorno allo stabilimento-simbolo della Fiat (costruito negli anni '30). Si è storicamente caratterizzato come un grande quartiere operaio, costellato di aree di edilizia pubblica realizzate prevalentemente fra gli anni '30 e gli anni '70. Il quartiere è stato oggetto di programmi complessi di riqualificazione (dal primo Contratto di Quartiere di via Arquata al PRU di via Artom per finire con Urban II).
Spazio
Un palazzetto multifunzionale (Palaisozaki) e una parte del
villaggio olimpico, oltre ad altri impianti nella provincia di Torino.
Contenuti sociali e creativi
La creazione di un unico soggetto (la fondazione) cui
affidare il compito di gestire l'intero patrimonio di impianti costruito per i
giochi olimpici rappresenta un tentativo di trattare in maniera organica e
coordinata un problema che altrimenti rischiava di gravare sulle spalle di un
numero ampio di attori pubblici. L'unico soggetto gestore è del resto la
premessa per due operazioni importanti: l'elaborazione di una strategia
complessiva, e la realizzazione di economie di scala nella gestione medesima.
Il processo
Attori
Regione Piemonte, Comune
e Provincia di Torino e Coni
Sviluppo, gestione e sostenibilità economica
La storia della Fondazione 20 marzo 2006 ha le proprie radici
nella sottovalutazione del problema dell'uso degli impianti costruiti per le
Olimpiadi dopo l'evento sportivo stesso. Di fronte al rischio concreto di
vedere un buon numero delle nuove strutture sotto-utilizzate o addirittura
abbandonate, i principali attori pubblici hanno dato vita alla fondazione 20
marzo 2006.
L'obiettivo primo della fondazione è stato fin dall'inizio individuare
possibili usi degli impianti, passando quindi da un lavoro di lobbying per
l'organizzazione di eventi sportivi alla realizzazione di eventi di altro tipo
(ad esempio concerti e spettacoli al Palaisozaki).
La gestione economica è il punto dolente, dato che per i primi cinque
anni di esercizio è stato previsto fin dall'attivazione della struttura un
bilancio in negativo. D'altro canto la struttura giuridica della fondazione
dovrebbe essere in grado di garantire una maggior flessibilità nelle strategie
di riutilizzo dei beni amministrati, e una maggiore capacità di muoversi sul
mercato.
Domande e criticità
La questione centrale sollevata dal caso della fondazione
post-olimpica è l'impatto di lunga durata che i grandi eventi possono avere,
non solo dal punto di vista finanziario, sulle città che li ospitano. Di fronte
a benefici difficilmente stimabili, quali ad esempio l'incremento
dell'attrattività turistica grazie alla commercializzazione dell'immagine della
città, esistono costi molto elevati, quali nel caso in questione quelli legati
a impianti sportivi enormemente sovradimensionati rispetto alla domanda locale.
In una certa misura si può affermare come la fondazione sia
il tentativo di riparare in maniera creativa ad errori o inefficienze dal punto
di vista della programmazione - in altri termini l'occasione olimpica sembra
essere stata sfruttata solo in parte per mutare il volto della città in maniera
permanente, nel senso che le risorse mobilitate (endogene e/o esogene) non sono
al momento sufficienti per riempire gli spazi nuovi che sono stati creati. In
assenza di domande locali adeguate, la scommessa di fondo della fondazione
diventa dunque cercare di costruire eventi in maniera continuativa, anche se
ovviamente in scala minore rispetto alle Olimpiadi.
Domande e criticità - temi chiave
tempi del processo
metodologie e strumenti operativi
sostenibilità economica