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Ufficio Spazi Metropolitani

Il progetto

Descrizione sintetica

Ufficio del Comune che per alcuni anni ha prima censito gli immobili comunali non utilizzati, e poi gestito una serie di bandi per darli in concessione ad associazioni varie.

Contesto

Tutta la città.

Spazio

L' Ufficio Spazi Metropolitani ha gestito nel corso del tempo una grande quantità di immobili - di proprietà comunale - di tutti i tipi e le dimensioni.

Contenuti sociali e creativi

Il lavoro svolto per quasi un decennio dall'Ufficio Spazi Metropolitani ha costituito il modello di riferimento a livello cittadino per i rapporti da privato sociale e pubblica amministrazione per almeno un decennio. Esso ha infatti elaborato un regolamento per l'assegnazione degli immobili pubblici non utilizzati ad associazioni e gruppi formalizzati sulla base di uno scambio fra affitti a prezzi calmierati e servizi in qualche misura definibili come pubblici. Ciò ha permesso il consolidamento del tessuto associativo torinese, l'ampliamento della gamma di servizi oltre i limiti imposti dai bilanci comunali, la sperimentazione di forme innovative di socialità e, non ultimo, il ripristino e la rifunzionalizzazione di una ampia serie di edifici che altrimenti avrebbero rischiato il degrado.

Il processo

Attori

Comune di Torino (settore Gioventù)

Sviluppo, gestione e sostenibilità economica

L'Ufficio Spazi Metropolitani nasce alla metà degli anni '90 come tentativo di rispondere ad alcune sollecitazioni e/o conflitti provenienti dalla società, e aventi come oggetto l'utilizzo di immobili di proprietà pubblica per svolgere attività in qualche modo etichettabili come "sociali" (dalla sede per le riunioni di associazioni e gruppi fino a veri e propri centri di incontro e aggregazione).

I fattori che più hanno spinto alla costituzione di un ufficio ad hoc sono stati:

  • la disponibilità da parte del Comune di un cospicuo numero di immobili poco o per nulla utilizzati;
  • la necessità di provvedere comunque alla manutenzione di tali edifici;
  • la presenza di un tessuto associativo ricco e variegato che esprimeva un bisogno piuttosto urgente di spazi per le proprie attività, possibilmente a costi decisamente minori rispetto a quelli di mercato;
  • la pressione esercitata da numerosi gruppi giovanili auto-organizzati che avevano dato vita nei primi anni '90 a numerose occupazioni, sia per usi abitativi che per attività sociali.

A ciò si aggiunse la contingenza di un cambiamento normativo nazionale che impediva di dare in concessione gratuita immobili pubblici a soggetti privati, fatto che spinse gli amministratori dell'epoca a elaborare un regolamento per l'assegnazione degli spazi ad associazioni (attraverso un meccanismo che permette di abbassare notevolmente i prezzi) e di costituire una struttura in grado di gestire l'intera questione (in primo luogo attraverso un censimento puntuale degli spazio disponibili, e poi con una serie di bandi di gara con i quali gestire le assegnazioni).

Attraverso l'Ufficio Spazi Metropolitani sono passate decine di immobili comunali nel corso di quasi un decennio, fino a che non si sono verificate, all'inizio del nuovo secolo, due condizioni nuove che ne hanno determinato una riduzione delle attività:

  • da un lato le cartolarizzazioni effettuate dalla metà degli anni '90 hanno diminuito drasticamente il numero degli immobili di proprietà comunale;
  • dall'altro l'onda di soggetti che premeva sul Comune per avere spazi per le proprie attività si è in qualche modo stabilizzata, ad esempio attraverso la rete dei Centri del Protagonismo Giovanile, e le nuove domande sorte nei tempi più recenti (ad esempio quelle provenienti da comunità di migranti) sono sempre più per usi di tipo temporaneo e/o non esclusivo.

Parallelamente alle sue attività istituzionali l'Ufficio Spazi Metropolitani aveva dato vita a un progetto - BRAD, Banca dati riuso aree dismesse) - per censire e analizzare "esperienze pubbliche, private e, soprattutto, promosse dalla categoria del privato sociale che hanno avuto lo scopo primario di ottenere e di riutilizzare spazi "dimenticati" seguendo percorsi che si sono staccati dalle rigide leggi del mercato immobiliare". Il sito del progetto risulta al momento non più aggiornato, pur contenendo materiale di grande interesse.

L'attività attuale dell'Ufficio è concentrata soprattutto sulla gestione ordinaria dei rapporti con i soggetti assegnatari degli spazi.

Domande e criticità

L'Ufficio Spazi Metropolitani è il tentativo di dare una risposta istituzionalizzata a un doppio problema: la gestione di un patrimonio edilizio pubblico non utilizzato di grandi dimensioni e contemporaneamente offrire valvole di sfogo a bisogni sociali che si esprimono anche attraverso forme di illegalità (occupazioni).

Questa doppia esigenza sembra aver dato vita a un'ambivalenza degli effetti prodotti dall'attività dell'Ufficio: se indubbiamente ha centrato largamente il proprio obiettivo istituzionale (concedere spazi alle associazioni, e attraverso ciò scaricare il Comune dell'onere di mantenere in ordine edifici a rischio di degrado), è anche vero che la spinta verso una formalizzazione dei rapporti fra soggetti sociali e istituzioni derivante dall'applicazione del regolamento ha teso a canalizzare i bisogni in forme consolidate, a costringerli in modi e tempi che non necessariamente erano i loro. Quando la domanda sociale è mutata, e ad esempio sono emerse necessità di spazi per usi temporanei (un caso tipico è quello delle feste tradizionali delle comunità di migranti, per le quali sono richiesti spazi ampi ma solo per alcuni giorni all'anno), il modus operandi dell'Ufficio si è dimostrato inadeguato a elaborare risposte coerenti e tempestive.

In più la presenza e l'attivismo dell'Ufficio ha finito per consolidare un modello di impresa sociale ben definito, dove il ruolo di regolatore dell'istituzione pubblica mantiene un ruolo centrale, a scapito di possibili strade diverse nei quali rischi, responsabilità e meriti ricadono maggiormente sulle spalle di chi si pone sul "mercato". Se questo modello ha sicuramente aiutato l'emersione e il soddisfacimento di bisogni da parte di soggetti con difficoltà strutturali a confrontarsi col mercato, ha però anche reso di fatto meno percorribile la strada dell'auto-organizzazione.

Domande e criticità - temi chiave

forme dell'interazione nella sfera pubblica

modalità di sinergia tra interessi

Link

Banca dati riuso aree dismesse