BROEDPLAATSAMSTERDAM, AMSTERDAM

 

Strategia

L'obiettivo che la municipalità intende raggiungere attraverso l'attuazione della politica è quello di fermare la fuga del potenziale creativo dalla città, causato dalla crescita dei prezzi del mercato immobiliare per effetto dei processi di gentrification realizzatisi nel corso degli anni '80-'90, e costituire le basi per attrarre "capitale creativo" nella città. La scala d'azione, quindi, è quella urbana. L'obiettivo che persegue Bureau Broedplaatsen è stimolare i gruppi di artisti a realizzare degli spazi di lavoro, nei luoghi abbandonati della città ed in alcuni casi realizzarne di nuovi, ed utilizzarli per un periodo medio-lungo. A tal scopo il progetto iniziale ha previsto una forma di sussidio tendente a finanziare, per i progetti riconosciuti come fattibili, l'affitto degli spazi, e i costi di allestimento e/o ristrutturazione dei luoghi. Mentre nella seconda fase l'obiettivo principale è fornire supporto attraverso la consulenza e la messa a disposizione dell'expertise del gruppo di progetto, nonchè offrire informazioni circa la modalità di reperimento e realizzazione di luoghi di lavoro per attività artistico/creative.

Attori

Gli attori attivi nel processo di definizione del Broedplaats Project sono essenzialmente tre: la municipalità di Amsterdam, che presenta obiettivi convergenti sia nei programmi politici del sindaco che nell'assessorato allo sviluppo urbano, da cui sarà generata la macchina organizzativa del progetto; un gruppo di pressione costituito dalla Gilde van werkgebouwen aan het IJ, attivo dal 1992 e che nel 1998 orienta la propria azione nella richiesta di misure costruttive per fermare la fuga del potenziale creativo dalla città; associazioni e gruppi del mondo subculturale, con una voce preminente dell'associazione "De Vrije Ruimte"; sembra essere assente la presenza attiva del mondo "ufficiale dell'arte", seppur coinvolto nel progetto tramite la segreteria amministrativa della fondazione Stichting Woon-en Werkruimten voor Kunstenaars (Society for Housing/working premises for artists) ed un iniziale coinvolgimento del sindacato FNV-Kiem, in rappresentanza dei singoli artisti.

Il soggetto promotore la Broedplaats policy è la municipalità di Amsterdam, attraverso il Bureau Broedplaatsen.

L'organizzazione amministrativa

BroedplaatsAmsterdam è sotto la responsabilità amministrativa dell'assessore allo sviluppo urbano (Stedelijke Ontwikkeling, the Alderman for urban development). Il vice direttore della società di sviluppo del municipio (Ontwikkelingsbedrijf van de gemeente), è costituente amministrativo del progetto. Il ProjectManagementbureau (PMB) (project management office) della municipalità di Amsterdam è il sostenitore (finanziario) e l'ufficio da cui si è dato l'avvio al progetto, creando il Projectteam.

Il target group è costituito da gruppi di artisti e imprenditori culturali (artists, traditional businesses, service providers and technicians operanti a piccola scala, soprattutto in attività specificatamente culturali), e artisti professionisti nel campo delle arti visuali e performative (visual and performing professional artists). Sono ammesse anche forme miste delle categorie precedenti.

Altri soggetti

- La Gilde si forma nel 1993 dal gruppo di squatters, composto da gruppi di artisti e artigiani, che sin dal 1978 aveva iniziato ad occupare l'area del vecchio porto di Amsterdam. La causa che porta alla formazione della Gilde è la decisione del 1992 dell'Amsterdam City Council di promuovere un piano a larga scala per la riqualificazione del porto, il cui promotore principale e' una banca olandese, con connessioni globali, che prevedeva la demolizione della maggior parte degli edifici occupati. Dal 1998 la Gilde inizia la sua azione di pressione presso la pubblica amministrazione sostenendo la necessità di rendere disponibili più' edifici in cui sia possibile combinare abitazione e luogo di lavoro, soprattutto per quelle fasce di popolazione impegnate in attività di piccola scala legate all'arte, all'artigianato e all'accademia. La Gilde quindi percepisce se stessa come un partner attivo nel processo di decision-making politico, che contribuisce sia alla ideazione che alla ricerca di soluzioni. Sin dall'inizio, infatti, la Gilde ha avuto un ruolo di lobbying e di cura della domanda pubblica, con il risultato di essere coinvolta nei neighbourhood councils, i consigli distrettuali, nei gruppi di pianificazione impegnati nel progetto di riqualificazione del porto e nell'Amsterdam Council for Urban Development, mantenendo contatti costatanti con i consiglieri e altre persone che detengono il potere a livello locale.

- L'associazione De Vrije Ruimte nasce nel 1999, entrando in azione nel contesto critico successivo all'attuazione della Broedplaats policy, laddove la Gilde si era fermata nel 2003. L'associazione nella pratica è costituita da un gruppo di attivisti e squatter - per metà dalla vecchia generazione, quella degli anni ottanta, e per metà della nuova generazione di squatter - organizzati secondo criteri di volontarismo, autogestione ed autorganizzazione.

L'associazione focalizza l'attenzione sulla sul dibattito riguardante la trasformazione di "free space" in "breeding space", che è tutto incentrato sul passaggio cruciale da una condizione di illegalità a una di legalità, e alla conseguente necessità di sottostare alle regole imposte dalla amministrazione. Quella illegale è una condizione che offre ampie possibilità di sperimentazione, mentre il passaggio verso la legalizzazione significa stabilità e la fine della migrazione dei gruppi all'interno della città alla ricerca di luoghi economici dove vivere e sviluppare le proprie attività.

De Vrije Ruimte è un'organizzazione che si qualifica contemporaneamente come thinktank alternativo relativo alle questioni urgenti dello sviluppo urbano, e come gruppo di attivisti con lo scopo di orientare la trasformazione urbana in direzioni che consentono di avere maggior spazio per ogni tipo di modalità di vita, lavoro e creazione alternative e a piccola scala.

In cosa consiste il meccanismo

Consolidamento (attrazione, salvaguardia) – della "scena creativa" attraverso la creazione di condizioni favorevoli al suo permanere all'interno della città.

Connessione – tra luoghi potenzialmente disponibili, e loro proprietari pubblici e privati, e il gruppo target di artisti singoli o organizzati in gruppi

Sostegno – attraverso il finanziamento dei progetti di ristrutturazione e allestimento, e regolando gli affitti a livelli bassi definiti all'interno dei piani d'azione.

Contenuti e organizzazione

La struttura organizzativa del BroedplaatsAmsterdam è composta di tre elementi:

1- il Projectteam – il cui compito principale è l'implementazione del progetto.

Il gruppo era composto in origine da 7 persone, tutte dipendenti dal PMB, il Project manager, Jaap Schoufour, due assistenti , un construction manager, un assistant construction e due segretarie.

2- il Projecgroep - gruppo di rappresentanza amministrativo-politica di:

PMB, project management office

OGA – land property organisation, la società di sviluppo del municipio

Spatial Planning Office – DRO (Dienst Ruimtelijke Ordening)

Social development Office – DMO (Dienst Maatschappelijke Ontwikkeling)

La segreteria amministrativa della fondazione SWWK (Stichting Woon- en Werkruimten voor Kunstenaars), Society for Housing/working premises for artists

Il Projectgoep ha il compito di canalizzare lo scambio di informazioni tra la città, i gruppi di pressione (civil pressure groups) e gli esperti esterni. L'obiettivo è migliorare la fattibilità sociale delle decisioni e delle politiche sviluppate e utilizzare le expertise disponibili.

3- il Klankbordgroep - Advisory commitee

Gruppo costituito per lo scambio di informazioni e conoscenza, composto da partecipanti provenienti da differenti gruppi di interesse, con specifica esperienza e conoscenza della cultura dell'alloggio combinato al luogo di lavoro e dei processi urbani, sociali ed economici, come i gruppi di squatter, gruppi di singoli artisti, l'Amsterdam Art Council. Il ruolo è di suggerimento e controllo, oltre a funzionare come "serbatoio di pensiero".

Gli strumenti di cui si avvale:

Sito web del progetto: http://bureaubroedplaatsen.amsterdam.nl

Network, creato a partire dal 2005, per consentire lo scambio di informazioni relative agli spazi e alle iniziative presenti nella città e supportare la cooperazione tra le stesse, supportato dal portale:

Bureau Broedplaatsen cerca e sviluppa spazi di lavoro o lavoro/residenza per artisti e imprenditori culturali, ma non possiede o gestisce gli spazi.

LISTA DEI PROGETTI

  • DW10 (Westpoort)
  • Ottho Heldringstraat 3 (Slotervaart)
  • Westerdoksdijk (Centrum)
  • Het Volkskrantgebouw
  • Vliegbasis De Huygens (Slotervaart)
  • Krelis Louwenstraat (Bos en Lommer)
  • De Kauwgomballenfabriek (Overamstel)
  • Het Sieraad (De Baarsjes)
  • NDSM-werf (Amsterdam-Noord)
  • Nieuw Argentinië
  • Chrysantenstraat
  • MS Stubnitz
  • Oud-Nico (Amsterdam-Centrum)
  • Frederik Hendrikstraat (Oud-West)
  • Raamgracht/Chiellerie (Amsterdam-Centrum)
  • Echtenstein (Amsterdam Zuidoost)
  • De Wittenstraat (Westerpark)
  • Luycksterrein/Brouwershuisje (Oost/Watergraafsmeer)
  • Pniëlkerk / Podium Mozaiek (Bos en Lommer)
  • De 1800 Roeden / Hal B (Geuzenveld-Slotermeer)
  • Galerie De Vrijplaats, Sarphatistraat (Amsterdam-Centrum)
  • De Grote-Geusplein (Geuzenveld-Slotermeer)
  • HTS Wiltzanghlaan/F. Huyckstraat (Bos en Lommer)
  • Zeeburgerpad (Zeeburg)
  • Diderotstraat (Geuzenveld-Slotermeer)
  • Danzigerbocht (Westpoort)
  • Xpositron (Westpoort)
  • Berberisstraat (Amsterdam-Noord)
  • Bonte Zwaan (Westerpark)
  • Smart Project Space (Oud-West)
  • Jacob Obrechtplein (Amsterdam Oud-Zuid)
  • Marci Panis (Oost/Watergraafsmeer)
  • Kunstplint Florijn (Amsterdam Zuidoost)
  • Spaarndammerstraat (Westerpark)
  • De Heining (Westpoort)
  • Kraijenhoffstraat (Amsterdam-Centrum)
  • Quarantainegebouw (Oostelijke Handelskade) (Zeeburg)
  • Petersburg (Amsterdam-Centrum)
  • Zeeburgereiland/ De Loods (Zeeburg)
  • Pakhuis De Zwijger (Amsterdam-Centrum)
  • Pakhuis Wilhelmina (The Zuidelijke IJoever metropolitan project)
  • Filmakademie/OT301 (Oud-West)
  • Plantage Doklaan (Amsterdam-Centrum)

Sostenibilità

Nel periodo 2000-2004 il City Council ha stanziato circa 32.5 milioni € per finanziare i 39 progetti avviati. Per la realizzazione del progetto fino al 2003 sono stati spesi in totale 6,3 milioni € della somma disponibile di circa 30 milioni €, a cui, nel bilancio per il 2004, il Consiglio agginge 2.86 milioni €. Al termine del primo piano d'azione 2000-2005, il City Council decide il rinnovo fino al 2010, portando il budget totale dai 30 milioni iniziali a 37.2 milioni €. Allo stato attuale sono già stati stanziati 33 milioni € di cui 25,9 milioni € è già stato versato. In bilancio dal 1° gennaio 2007 sono ancora disponibili 4,2 milioni €. I fondi stanziati per l'importo di € 33 milioni sono costituiti da un importo di € 27,9 milioni di euro per i progetti (totale di 41 progetti) e un importo di € 5,1 milioni per le spese amministrative. La seconda categoria comprende i costi amministrativi per la durata del programma fino al 2010.

La sovvenzione massima concessa per gli interventi di ristrutturazione è di € 250 per m2, per i progetti che prevedono il periodo massimo di utilizzo che è fissato in 10 anni. Per periodi di utilizzo inferiori la sovvenzione viene ridotta proporzionalmente.

Gratuitamente, anche in caso in cui non venga concessa alcuna sovvenzione, il Bureau Broedplaatsen offre un servizio di consulenza (The Bureau Broedplaatsen Service Counter) fornendo informazioni pratiche circa le modalità di ricerca, e il mantenimento di spazi adeguati e a prezzi accessibili.

Valutazione

Il significato del progetto BroedplaatsAmsterdam, nella strategia della municipalità di Amsterdam per fermare la fuga di capitale creativo dalla città, consiste nel creare un'offerta di spazi per alloggio e lavoro e mantenerli ad un livello di accessibilità economica. Il progetto, infatti, si configura come un importante strumento che concede sovvenzioni ad iniziative che soddisfano determinate condizioni.

Una prima valutazione, pertanto, può essere fatta analizzando gli esiti da un punto di vista spaziale, considerando il numero e la tipologia di spazi realizzati e finanziati.

Analizzando il periodo che va dal 2000 alla fine del 2006, si sono realizzati in totale 900 luoghi di lavoro e lavoro/alloggio, distribuiti nelle 43 broedplaats disseminate all'interno dellarea urbana di Amsterdam: le tipologie realizzate comprendono workshop individuali, edifici collettivi, workshop-house e edifici casa-lavoro. L'assegnazione degli spazi al gruppo target viene realizzata attraverso la concessione in affitto, concessione il cui periodo è variabile, la maggior parte per circa 10 anni: attraverso la decisione di concessione dell'edificio viene assicurato, per il periodo di concessione stesso, una quota di affitto bassa che varia tra € 12 e € 46 esclusa iva, per metro quadrato per anno. I 900 spazi realizzati sono stati assegnati attraverso il Projecgroep a gruppi già esistenti di artisti, artigiani e imprenditori culturali, o attraverso la SWWK a singoli artisti.

Una seconda valutazione riguarda le ragioni che hanno portato al cambiamento di strategia da parte del project group, che sono strettamente legati alle principali criticità del processo, quali l'esaurimento dei fondi a disposizione e l'imprecisa definizione del target group del progetto. Poiché assegnare nuovi fondi è quasi del tutto impossibile all'interno delle strutture finanziarie esistenti, il gruppo coordinatore del progetto sta assumendo sempre più un ruolo di intermediazione, ruolo già giocato nel mettere in contatto i gruppi target con coloro che propongono gli spazi. Anche la comunicazione del progetto contribuisce al ruolo di intermediazione, soprattutto in seguito al rinnovo del sito internet ufficiale, nel 2004, con l'inserimento di una sezione aggiornata di news sui progetti e contatti utili alla creazione di un network tra i vari promotori dei singoli progetti.

Nelle intenzioni iniziali della municipalità di Amsterdam la fine del budget avrebbe dovuto corrispondere alla conclusione del progetto, però sin dal 2003 lo stesso Projecgroep ha cominciato ad interrogarsi sul proprio ruolo futuro, ripensandosi come un'organizzazione autonoma, una sorta di agenzia, che continui a produrre un'offerta di spazi di lavoro e Broedplaatsen. Il project group, quindi, nel 2003 ha presentato una proposta per trasformare il BroedplaatsAmsterdam in una fondazione che supporti organizzazioni capaci di autorganizzarsi, il cui compito è provvedere solo alle infrastrutture di base e stimolare lo sviluppo di quella che viene definita coma una forma di "imprenditorialità", anche lasciando ai gruppi stessi l'iniziativa dell'individuazione degli edifici.

La questione della definizione del target group, infine, costituisce un punto critico e di debolezza sia nel processo già attuato che ai fini della definizione del ruolo futuro del progetto: il Projecgroep infatti ha rilevato l'inadeguatezza della distinzione tra singoli e gruppi, propendendo per l'assegnazione degli spazi ai gruppi che meglio incarnano le esigenze del gruppo di pressione che ha espresso e formulato la domanda cui il progetto tenta di dare risposta. Anche la scelta del gruppo come target di riferimento presenta dei punti di debolezza, infatti, talvolta i gruppi che presentano delle proposte risultano formati ad hoc per riuscire nell'assegnazione degli spazi, e per sfruttare l'opportunità offerta dal BPA, ciò comporta frammentazione, assenza di solidarietà e di obiettivi comuni. Il mondo della sub-cultura inoltre più volte ha fatto rilevare che la maggior parte delle persone che avevano partecipato all'azione di pressione nel 1998 e che ha dato origine al programma, in realtà risulta essere esclusa ed ignorata dal BroedplaatsAmsterdam project. Il punto cruciale risiede nel fatto che piuttosto che puntare sulla creazione di nuovi luoghi sarebbe stato più opportuno investire su quelli già esistenti, in modo da ovviare all'inconveniente di dover creare dei criteri da soddisfare per conformarsi al progetto. Il punto di partenza avrebbe dovuto essere il conformarsi alla diversità e alle differenti dimensioni, perché ogni gruppo e situazione sono profondamente differenti. Cercare di definire dei criteri, normare, porta paradossalmente all'esclusione proprio di quella fascia di popolazione che già aveva vissuto e lavorato nelle broedplaats per lungo tempo prima del lancio della politica.

Ulteriori fattori di criticità riguardano la natura temporanea dell'assegnazione degli spazi, la localizzazione periferica delle broedplaats, la difficoltà di autosufficienza dei gruppi, l'enfasi posta soprattutto sulla creazione di spazi di lavoro, piuttosto che all'integrazione degli stessi con gli spazi abitativi, come nelle intenzioni originarie, e infine la identificazione dei soggetti coinvolti con la categoria degli "imprenditori".

La natura temporanea dell'assegnazione degli spazi, soprattutto nella percezione del mondo della sub-cultura è considerato particolarmente problematico: i gruppi, infatti, reclamano una maggiore enfasi sulla permanenza, in modo da consentire alle broedplaats di avere lo spazio e il tempo utile al loro sviluppo, senza limitazioni di natura temporale.

La maggior parte delle broedplaats inserite nel Piano d'azione sono localizzate nelle aree più periferiche della città, questo viene percepito come una tendenza ad allontanare gli spazi di produzione della creatività dal cuore della città, denunciando l'intento di spingere sempre più verso i margini queste aree in seguito alla crescita della città e alla valorizzazione economica delle aree. Questo è ciò che è avvenuto per esempio per il gruppo Kinetisch Noord, e va contro la filosofia secondo cui la subcultura è un ingrediente necessario per rendere la città vivibile e culturalmente interessante.

Il prezzo dell'affitto minimo definito nel piano non è sufficiente a garantire autosufficienza ai gruppi, infatti, tutto il tempo a disposizione viene speso per portare avanti i progetti e per tenere aperti i luoghi al pubblico, piuttosto che a far fruttare economicamente il lavoro svolto, e tantomeno per cercare un lavoro utile a guadagnare i soldi per pagare l'affitto. I gruppi la cui filosofia d'azione e di vita è quanto di più lontano dalle logiche di mercato lamentano proprio questo aspetto, denunciando che l'orientamento "economicistico" di taluni progetti mette da parte proprio l'aspetto artistico degli stessi: non si può pensare di lucrare a spese della sub-cultura, è quanto affermano. Con il BroedplaatsAmsterdam si chiedevano, infatti, misure per supportare e stimolare la cultura e non la sua mercantilizzazione.

Nell'idea originaria delle broedplaats era esplicita la presenza simultanea della funzione abitativa, oltre che lavorativa, per gli edifici ammessi al progetto, in realtà nell'implementazione l'enfasi è tutta sull'allocazione di luoghi di lavoro soprattutto per artisti. La versione "spontanea" delle broedplaats non può essere semplicemente identificata con luoghi per l'arte e per gli artisti, cultura e sub-cultura, infatti, non possono essere definiti semplicemente in termini artistici, ma raggiungono la loro completa definizione considerando ogni aspetto del vivere che contribuisce alle specifiche caratteristiche di questi luoghi. A contraddire il principio di autorganizzazione e di "anarchia" delle situazioni già presenti nel panorama urbano, il BroedplaatsAmsterdam project richiede ai gruppi la redazione di una sorta di "economic e business plan", piano economico e di sviluppo d'impresa. La difficoltà legata alla redazione di suddetti piani è ulteriormente aggravata dal fatto che chi sviluppa i progetti non ha la necessaria esperienza per redigerli, spendendo così una quantità di energia enorme che avrebbe potuto essere canalizzata meglio per sviluppare "spontaneamente" i progetti.

Storia

La città di Amsterdam a partire dalla metà degli anni sessanta diventa il luogo simbolo dei movimenti urbani giovanili, che vi situano la propria azione: gruppi di provo, kabouter ed infine kraker, gli attuali squatter, tra cui sono presenti artisti e gruppi di persone che potremmo definire "artisticamente creative", iniziano ad occupare gli edifici abbandonati ad una scala abbastanza grande, con obiettivi molto diversi nel corso del tempo. Alcune di queste situazioni, nel corso del trentennio che va dagli anni sessanta agli anni novanta vengono legalizzate dal governo locale, tuttavia rimangono ancora dei "punti caldi" nella città, mentre altre vengono definitivamente sgombrate.

Nel panorama urbano gli edifici occupati nel tempo si configurano sempre più come produttori di cultura, arte, e più in generale, forme di vita alternative e fuori dalle logiche della cultura dominante (dal movimento squatter definite vrijplaatsen, appunto spazi liberi), arrivando ad influenzare l'idea di città creativa, libera e tollerante nell'immaginario internazionale.

Dagli anni ottanta, inoltre inizia un processo di rigenerazione urbana a larga scala e nel 1992 la decisione dell'Amsterdam City Council di promuovere un piano per la riqualificazione del porto, il cui promotore principale è una banca olandese con connessioni globali, che prevede la demolizione della maggior parte degli edifici occupati dai gruppi di squatter, ne scatena la protesta aperta con la conseguente formazione di gruppi di pressione organizzati. La trasformazione di aree come l'Oostelijk Havengebied, trasformata in area residenziale che risponde alle esigenze di una popolazione di alto profilo (high-income people), hanno prodotto la necessità di ripensare alle modalità di generazione di opportunità di vita e lavoro economiche ed alternative, e a come ovviare alle minacce al mondo delle sub-culture di Amsterdam e alla politica di repressione della creatività dalla città.

Alla fine degli anni novanta l'attenzione della e politica alla guida di Amsterdam si focalizza sull'atmosfera libertina che tradizionalmente ne ha caratterizzato l'ambiente artistico, politico e culturale, con l'intento di giocare la strategia di marketing urbano sul tema della creatività. Nello stesso periodo si verifica la congiunzione di una serie di eventi favorevoli allo sviluppo del "Broedplaatsen project", innanzitutto una enorme disponibilità di denaro da parte della municipalità, e parallelamente una sensibilità da parte della e politica nei confronti delle questioni relative al mondo della sub-cultura, legata al fatto che molti esponenti dello scenario "alternativo" occupavano ruoli politico-istituzionali sia a livello del governo locale che a livello nazionale (mentre in altri contesti internazionali, es. Londra esiste un gap enorme tra i gruppi squatter e il mondo dell'establishment, ad Amsterdam invece i due sono strettamente correlati). Questa situazione particolare favorisce l'acquisizione da parte delle istituzione di concetti sorti e sviluppatisi nell'ambito della contro-cultura: il frame delle "breeding places" elaborato dal movimento squatter, diviene lo slogan per il lancio della nuova strategia di marketing urbano attuata dalla municipalità. Nel frame delle "breeding places", gli edifici occupati dagli squatter sono considerati i "luoghi d'incubazione della creatività", e l'attenzione è tutta concentrata su due ordini di problemi, il primo relativo agli effetti negativi dei processi di rigenerazione urbana attuati sulla fabbrica sociale dei quartieri e dell'intera città, e il secondo sul rapporto tra gli squat e l'intera città, concependo gli edifici occupati non più solo come luoghi temporanei di resistenza, ma come potenziali contributori allo sviluppo socio-economico dell'intera città. In questa direzione la municipalità di Amsterdam lancia nel 1999 la politica speciale per le "Broedplaatsen", con l'intento di mantenere quelli esistenti e creare "luoghi di incubazione" della creatività (secondo la logica economica dell'incubazione d'impresa).

Date queste premesse il periodo appariva particolarmente opportuno per fare pressione politica in modo da avviare un "nuovo corso" di legalizzazione degli squat (edifici occupati) attraverso la predisposizione di progetti di uso degli spazi. La minaccia di sgombero e lo sgombero effettivo delle "vrijplaatsen" come esito del progetto di trasformazione dell'area Est del porto nella riva dell'IJ, porta nell'agosto del 1998 un collettivo di squatters (krakerscollectieven), la Gilde van Werkgebouwen aan het Ij (Gilda degli edifici industriali sul IJ) formatasi nel 1992 e composta da circa 700 persone, a chiedere al municipality Council, attraverso una petizione, la definizione di una misura politica costruttiva per favorire la crescita del gruppo-target di attività culturali ed economiche.

Nel dicembre 1998 il gruppo di artisti ed utilizzatori degli edifici minacciati di sgombero, in una udienza pubblica nell'ambito di una commissione del consiglio municipale allargata, ha l'occasione per commentare la petizione presentata in precedenza. All'udienza partecipa anche il sindacato FNV-Kiem, alleatosi con i collettivi in protesta, rendendo così ancor più chiaro ed esplicito il fatto che Amsterdam presenta una situazione di grave carenza di spazi "economicamente accessibili" per singoli artisti. Come reazione all'azione di protesta l'amministrazione comunale decide alla fine del 1999 di predisporre un progetto (il documento relativo è del maggio 1999: Council decision action plan - "Besluit van de Gemeenteraad van Amsterdam").

La decisione porta alla definizione di un "action plan broedplaats", denominato "no culture without subculture", con una determinazione del consiglio municipale del 21 giugno 2000 (il documento ufficiale è: "Geen cultuur zonder subcultuur - Plan van aanpak Broedplaats" – "Vastgesteld door de Gemeenteraad op 21 juni 2000" – Action plan BP June 2000). La policy avviata nasce quindi per contrastare la "fuga di creatività" dalla città, per rilocalizzarsi soprattutto a Rotterdam dove la disponibilità di abitazioni e spazi economici è più ampia.

Fonti

http://bureaubroedplaatsen.amsterdam.nl

dell'Olio A. (2008) Percorsi di sconfinamento nei territori dell'arte. Occasioni di riflessione per la pianificazione, dissertazione di dottorato in Pianificazione Urbana, Territoriale ed Ambientale (XVIII Ciclo), DIAP, Dipartimento di Architettura e Pianificazione, Politecnico di Milano.

FNV-Kiem e' il sindacato per i settori dell'arte, dell'informazione e dei media, affiliato alla Federatie Nederlandse Vakbeweging, FNV, Federazione Olandese dei Sindacati.